Cappotto termico – Attenzione agli isolanti “che non isolano” !

L’isolamento della casa

Uno degli strumenti più efficaci per fare efficienza energetica in edilizia è l’isolamento termico delle strutture che delimitano i vani riscaldati. Questo tipo di intervento migliora il comfort abitativo, assicura riqualificazione energetica e risparmi in bolletta ed è tra gli interventi trainanti del Superbonus 110%.  Va detto tuttavia che “Isolamento termico” è un’espressione generica che contiene in sé un ventaglio molto esteso di interventi, ciascuno dei quali comporta variabili tecniche e impegno di spesa diversi. Quali sistemi esistono per l’isolamento termico?

Il Cappotto termico

Il “cappotto termico” consiste nel foderare con pannelli isolanti tutta la superficie interna o esterna delle pareti. L’intero rivestimento viene poi ricoperto da un intonaco, che funge sia da protezione per i pannelli sia da finitura.
Il cappotto, quindi, non ha solo il vantaggio di isolare efficacemente e uniformemente l’intero corpo di un edificio, ma ha anche quello di proteggerlo dal degrado, nel ruolo di vero e proprio intervento di riqualificazione estetica. Va privilegiata la realizzazione del cappotto termico dall’esterno perchè evita la formazione dei “ponti termici” (che normalmente creano problemi di muffe e condense), ovvero la mancata uniformità termica tra strutture isolate con strutture non isolate termicamente. Il miglioramento di isolamento della struttura è dato dallo spessore di strato isolante applicato; questo va dimensionato in base ai requisiti di legge cogenti e in base ad eventuali requisiti specifici che possano consentire l’accesso a detrazioni fiscali.

L’insufflaggio in intercapedine

La tecnica dell’insufflaggio nelle pareti è praticata soltanto sulle pareti a cassa vuota, ovvero pareti dotate di intercapedine d’aria tra la muratura esterna e quella interna. Questa tecnica è largamente diffusa in quanto comporta semplicità di applicazione e costi/tempi ridotti, consiste nell’iniettare con una macchina a pressione il materiale isolante attraverso dei fori che vengono effettuati dall’esterno o dall’interno della parete. Il miglioramento di isolamento della struttura è dato dallo spessore di strato isolante applicato; questo dipende tuttavia dallo spessore dell’intercapedine d’aria a disposizione della struttura da isolare, pertanto va verificata la fattibilità tecnica in base ai requisiti di legge cogenti e in base ad eventuali requisiti specifici che possano consentire l’accesso a detrazioni fiscali.

Aerogel e isolanti nanotecnologici (pitture o intonaci termici)

Tra le tecniche più recentemente sviluppate per l’isolamento delle strutture, vi sono queste ultime due. L’orientamento di entrambe è quello di proporre sistemi di isolamento altamente tecnologici e performanti che dovrebbero garantire prestazioni pari agli isolanti tradizionali, ma con spessori contenuti .

Il primo dei materiali analizzati, l’aerogel, si presenta come pannelli utilizzabili in modo analogo ai tradizionali pannelli per cappotto, con la differenza di avere conducibilità termiche inferiori (0,015 W/mK a fronte di valori per gli isolanti tradizionali che variano tra 0,024 e 0,05 W/mK).

Il secondo materiale, è una miscela di pitture o malta cementizia e nanomolecole brevettate (di cui i produttori non rendono note le caratteristiche) e le schede tecniche dei produttori riportano conducibilità termiche variabili tra 0,001 e 0,0025 W/mK. In teoria queste particelle creerebbero uno strato d’aria tra la parete e la pittura, che sarebbe in grado di ridurre le dispersioni termiche e di migliorare la temperatura superficiale della parete, cioè abbassarla d’estate e aumentarla d’inverno.

A fronte di ricerche e verifiche eseguite da GreenLab e da Altroconsumo,  mentre l’aerogel rispetta perfettamente le performance dichiarate dai produttori, i rasanti nanotecnologici forniscono dati molto lontani da quanto promesso.

Concludendo

I sistemi di isolamento tradizionali come il cappotto termico o insuflaggio, consentono (se ben dimensionati) di ottenere ottimi risultati in termini di confort termico e di risparmio energetico, a fronte di un costo proporzionato alla qualità ed alla quantità di materiale isolante.

L’aerogel invece si è dimostrato essere una tecnologia affidabile e valida dal punto di vista del miglioramento della trasmittanza dell’involucro. Ad oggi il grosso limite all’utilizzo di questo materiale è il costo ancora elevato.  Tuttavia il suo utilizzo per la risoluzione di alcuni nodi delicati, come il ponte termico del serramento o la coibentazione di pareti dove si hanno a disposizione bassi spessori in edifici esistenti, è una importante risorsa peri progettisti

Gli isolanti nanotecnologici, invece, non sono oggettivamente ad oggi una soluzione valida per l’efficientamento energetico degli edifici.